Prima di Valentina: le tavole di Guido Crepax per "Tempo Medico"

Mostra dedicata a Guido Crepax e alle sue donne, nel cinquantesimo anniversario della prima pubblicazione di Valentina sulla rivista “Linus”.

  • Data: dal 21 settembre 2015 alle 08:00 al 27 settembre 2015 alle 20:00

  • Luogo: Vetrina del Dipartimento di Beni Culturali, via degli Ariani 1, Ravenna

crepax

Testo di presentazione di Vania Rivalta tratto dal catalogo della mostra.

Le quasi trenta tavole - tutte originali, a parte quattro riproduzioni - che costituiscono la mostra dedicata a Guido Crepax e alle sue donne, nel cinquantesimo anniversario della prima pubblicazione di Valentina sulla rivista “Linus”, non sono mai state esposte al pubblico prima d’ora.
Grazie alla disponibilità e alla collaborazione dell’agenzia Zadig di Milano e di Caterina e Antonio Crepax, è stato possibile costruire un percorso che, inserendosi nel filo conduttore di questa edizione del festival, quello della femme fatale, mette in luce come si siano evoluti nel tempo i personaggi femminili del grande artista milanese: Valentina, dunque, ma anche Emmanuelle ed Effi, l’amica tedesca con cui la celebre fotografa intrattiene un rapporto venato di ambiguità.

Una rivista all’avanguardia
I disegni in mostra al Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna furono pubblicati originariamente dalla rivista “Tempo Medico”, fondata nel 1959 da Nicolò Visconti, amministratore delegato della Pierrel. La pubblicazione, edita dalla stessa casa farmaceutica, si presentava ai lettori come “rivista di attualità per il medico italiano”. Fin dal primo numero, anzi fin dal numero zero del 1958, le copertine furono realizzate da quello che allora non era ancora un fumettista di fama mondiale, ma un illustratore: Guido Crepax.
Crepax realizzò tutte le copertine fino alla metà degli anni Ottanta, poi il suo lavoro si alternò a quello di altri illustratori. Nel frattempo l’artista milanese era diventato il “papà” di Valentina e uno fra i primi autori italiani di fumetti destinati a un pubblico adulto.
“Tempo Medico” si dimostrò subito una rivista all’avanguardia. L’ispirazione che aveva guidato la mano di Visconti proveniva dal britannico “Time”, di cui vennero ripresi sia il formato (il periodico “Panorama”, con lo stesso formato, sarebbe arrivato qualche tempo dopo), sia la sobrietà dello stile. Gli articoli non venivano firmati: in parte perché erano frutto di un’ampia discussione redazionale, in parte perché venivano pubblicati dopo un lungo processo di revisione che coinvolgeva medici, specialisti, giornalisti, intellettuali.
L’obiettivo della rivista era quello di unire il rigore scientifico alla leggerezza.

Le prime strisce a fumetti per adulti “made in Italy”
È in quest’ottica che nel gennaio del 1965 su Tempo Medico apparirono alcune vere e proprie strisce a fumetti che arricchirono una nuova rubrica, “Circuito interno”, familiarmente chiamata, in redazione, “Clinicommedia”. Queste strisce rappresentano il primo fumetto per lettori adulti “made in Italy”.
Nella rubrica veniva narrato un caso clinico esemplare che il lettore doveva risolvere facendo una propria diagnosi (la soluzione si trovava alla fine del racconto, capovolta). Il soggetto veniva proposto da un medico specialista (particolarmente rilevante fu il contributo del cardiologo Massimo Obbiassi), mentre i dialoghi venivano elaborati dal medico-scrittore Pino Donizetti.
La tecnica narrativa seguiva precise regole: i casi dovevano essere verosimili, non troppo astrusi, e lo svolgimento doveva contenere tutti gli elementi necessari a fare una diagnosi corretta, senza sorprese dell’ultimo secondo (come in un giallo che si rispetti, dove il colpevole non può venire introdotto a due pagine dalla fine). A Crepax venne affidato il compito di illustrare i passaggi chiave della clinicommedia, dove vennero introdotti alcuni personaggi principali: c’era il direttore del reparto universitario; c’era Attilio, l’aiuto, e c’erano personaggi di contorno tra medici e studenti e, soprattutto, la specializzanda, una Valentina prima di Valentina (la prima apparizione ufficiale del celebre personaggio arrivò nel maggio del 1965, sulle pagine del secondo numero di “Linus”).
L’espediente narrativo era quello di mostrare la discussione tra il direttore e Attilio, che si svolgeva nello studio del professore, mentre gli altri medici ascoltavano e guardavano attraverso un monitor in sala riunioni collegato a un circuito interno (da qui il nome della rubrica). Un escamotage che consentiva di mantenere la narrazione su due livelli, dando ai comprimari la funzione di coro.
Le clinicommedie si rivelarono un successo: era la prima volta che in una rivista per medici compariva un gioco, che oltretutto conteneva elementi futuristici a fumetti (cioè un mezzo espressivo considerato per ragazzi) e donne così raffinatamente provocanti.
Crepax si occuperà dei disegni di “Circuito interno” fino alla chiusura della rubrica nel 1994, quando sia la malattia dell’artista, sia la crisi dell’editoria costrinsero l’editore (che dalla fine degli anni Settanta non era più Pierrel) a operare dei tagli.
Per quasi trent’anni, nelle clinicommedie entrarono, con vari ruoli e altri nomi, i personaggi-simbolo di Crepax: da Valentina, rappresentata con pettinature anche diverse dal celeberrimo carré, alla sensuale Emmanuelle, nel periodo in cui l’autore si stava occupando della trasposizione a fumetti della famosa saga erotica di Emmanuelle Arsan.
Lo spirito dei tempi traspare dai dialoghi e dalle presentazioni dei casi, spesso piuttosto politicamente scorrette, così come dalle copertine è possibile tracciare il percorso delle trasformazioni sociali in Italia (ne sono esempi le illustrazioni dedicate all’aborto o alla legge Basaglia). Dopo cinquant’anni di vita, nel 2009, Tempo Medico cessò le pubblicazioni. Guido Crepax era morto nel 2003: il rapporto tra la rivista e l’artista non si era mai sciolto.